Dal momento in cui abbiamo pensato di trasferire tutte le nostre attività online e creare differenti «Ambienti di Studio», ciascuno adeguato a stimolare e soddisfare i diversi interessi e le diverse ambizioni dei nostri utenti, abbiamo pensato a un «Canale» online, con un proprio Palinsesto, un Programma di Contenuti di cui tutti i nostri potenziali utenti possano fruire liberamente per conoscere e testare i nostri Servizi.

Attraverso il Canale, chiunque sia curioso di sapere di più del nostro Istituto, potrà scoprire ciò che i nostri nuovi «Ambienti di Studio» online riservano agli utenti che aderiscono ad una delle nostre «Offerte a Iscrizione».

Il «Canale» costituisce, insieme al «Magazine», la nostra «Offerta per tutti», sempre a disposizione di chi - avendo scoperto il nostro Portale, avendoci conosciuti in anni passati, o avendo sentito parlare di noi da altri già iscritti ad una delle nostre Offerte - voglia conoscere più da vicino cosa facciamo ora online, e valutare se parteciparvi in qualche modo.

Nel nostro Canale potrete trovare ciò che, relativamente a ogni «Offerta» e «Ambiente di Studio», abbiamo deciso di rendere liberamente fruibile senza richiedere né iscrizione né una partecipazione alle spese che noi sosteniamo - senza alcun sovvenzionamento - per realizzare e distribuire ciò di cui cui potete fruire attraverso i nostri Ambienti di Studio.

Chi non abbia ancora deciso se iscriversi a una delle nostre Offerte, e voglia chiarirsi le idee sulla qualità e sull’utilità dei nostri Servizi, potrà trovare, nella «Programmazione» di questo Canale, una serie di titoli dedicati agli «Osservatori»; a quanti, cioè, si avvicinano al nostro Istituto per capire se e in che modo noi potremmo migliorare la loro attività educativa, la loro formazione personale, o quella professionale.

Il «Canale» è il nostro investimento maggiore, insieme al «Magazine», per far conoscere la nostra attività, per allargare il nostro bacino di utenza, per cercare iscritti, sostenitori e partner, e per evitare che dobbiate credere alle nostre promesse aderendo ad una delle nostre Offerte senza aver sperimentato quali vantaggi potreste ricavarne.

Come forse già sapete, se avete esplorato il Portale, il nostro «Magazine» offre l’intero contenuto indiscriminatamente a tutti gli utenti, l’«Edumediateca» rivolge i propri contenuti agli Educatori, Il «Circolo» agli Adulti, e la nostra «Scuola» ai professionisti della narrazione; la «Bibliomediateca» delle risorse umanistiche, poi, offre sezioni dedicate agli utenti iscritti e sostenitori in relazione al livello di accesso conseguito accettando una delle nostre Offerte.

Questo Ambiente di Studio a libero accesso è stato pensato specificamente per rendere fruibili a tutti alcuni Cicli di Lezioni, ma anche Letture didattiche, Sentieri Esplorativi e Virtual Tour di Sistemi di Studio Reticolare. Attraverso il Canale noi continueremo sempre a rendere liberamente accessibili alcuni di questi contenuti affinché voi possiate sperimentare e valutare tutto ciò di cui potreste godere più intensivamente aderendo a una delle nostre Offerte a iscrizione.

Per rendere ancor più chiaro il senso di questa operazione, potremmo dire che se il Magazine può essere considerato il nostro «giornale digitale gratuito», il Canale può essere considerato la nostra «radiotelevisione digitale in chiaro». Entrambe le iniziative rispondono alle finalità educative «non profit» del nostro Istituto, che in nessuna attività intende guadagnare sui servizi offerti ai propri utenti. Anche nel caso in cui aderiate ad una delle nostre Offerte ad iscrizione, vi verrà chiesto unicamente di partecipare alle spese da noi sostenute per realizzare ed erogare i servizi a voi destinati.

Per quanto riguarda il nome del Canale - “La Scienza segreta dell’Arte Narrativa” - abbiamo voluto indicare che attraverso di esso - cioè mediante i Cicli di Lezioni, le Letture Didattiche, i Sentieri esplorativi che posteremo qui per voi - avrete modo di esplorare e indagare una quantità di tesori umanistici esterni al Canale stesso - capolavori dell’arte narrativa in ogni forma espressiva - e quindi di scoprire la ricchezza in essi racchiusa. Ma dal momento che questa ricchezza non può essere né colta né apprezzata pienamente senza una adeguata preparazione, potreste ritenere, come tanti pseudo-studiosi esperti venditori di fumo, che non esista alcuna ricchezza in quegli oggetti - conclusione ovvia per chi, per professione, trasforma magicamente spazzatura in oro -  ma sia solo frutto delle aspettative e delle proiezioni di chi la cerca e la vede grazie ad abili quanto arbitrarie interpretazioni. Oppure potreste rimboccarvi le maniche e imparare a riconoscerla dove c’è e ad evitare le bufale di vuole farvi vedere e comperare i “vestiti nuovi dell’imperatore”. Noi siamo qui per aiutarvi a riconoscere le qualità dell’arte narrativa e ad evitare di perdere tempo appresso a cose che non vi aiuteranno a crescere ma solo ad ammazzare il tempo e a sperperare denaro.

Sempre per quanto riguarda il titolo del Canale, ci rendiamo conto che parlando di “Scienza segreta dell’Arte Narrativa” rischiamo di contribuire noi stessi ad aumentare l’alone magico che circonda la creazione artistica. Ma se anche vi avvicinerete a questo Canale incuriositi e stimolati dall’aspettativa di sentir parlare di esoterismo, scoprirete che la nostra intenzione e la nostra Offerta è proprio l’opposto. Noi vogliamo contribuire a togliere quel velo mistico che circonda l’Arte Narrativa, e intendiamo combattere quel pericoloso pregiudizio per cui, chi non nasce artista, chi non ha nei geni la predisposizione all’arte, è inutile che spenda tempo per avvicinarsi ad essa.

Siamo consapevoli che l’espressione da noi usata per dare un nome al Canale possa evocare “segreti” irraggiungibili proprio mentre li correla alla parola “scienza”, e possa persino suggerire contrasti che solo un’interpretazione mistica della stessa scienza potrebbe risolvere. Ma noi vogliamo mostravi che c’è un’altra spiegazione, scientifica, che giustifica l’uso e chiarisce il senso di questa perifrasi che correla concetti considerati erroneamente distanti tra loro, avvicinando la materia e i metodi degli studi umanistici» a ciò che dovrebbe distinguere gli studi scientifici.

Non nascondiamo che con questo titolo suggestivo abbiamo voluto catturare l’attenzione anche degli scettici che considerano l’arte e la scienza come due universi irrelati o che pensano che la scienza sia solo un’altra forma di arte, un’illusione di rigore in un epoca in cui tutto è assimilato a «opinione» e in cui «un’opinione vale l’altra».

La principale ragione per cui abbiamo deciso di usare questo titolo evocativo è che vogliamo invitarvi a ridefinire concetti e termini che da troppo tempo hanno assunto significati che li rendono confusi e arbitrariamente adattabili agli scopi di chi ne fa uso. Oggi le parole “arte” e “scienza” sono diventate prefissi che si adoperano per nobilitare le cose più ignobili e per dare un po’ di credibilità a mestieri e persone che non ce l’hanno. Inoltre le crisi postmoderne, che hanno investito ogni studio rigoroso in ambito accademico e in particolare in campo umanistico, hanno reso le espressioni “scienza” e “arte” tra loro pressoché equivalenti, o addirittura assimilabili a una ideologia o a una fede. Il relativismo selvaggio ha avuto poi la meglio su tutto, e ora le cose di cui si parla sono solo quello che ciascuno vuole che siano: “l’arte è ciò che chiamiamo arte”, “la scienza è ciò che chiamiamo scienza”, ci dicono gli esperti offrendoci questa indecorosa via di uscita dal pantano conoscitivo creato da loro stessi.

In questo Ambiente di Studio - o dovremmo dire di propedeutica allo studio scientifico dell’arte narrativa - vogliamo mostrarvi che la scienza non è un insieme di opinioni ma di pratiche che possono essere verificate rifacendo i conti in tasca a chi ha ragionato e condiviso con voi il suo ragionamento partendo dalle conclusioni di altri ragionamenti non meno rigorosi; vogliamo anche mostrarvi come l’arte possieda quella perfezione perché riesce a ridurre la dose di incidentalità presente in ogni testo comune; e infine vogliamo mostrarvi come l’arte sia il modo migliore per raccontare ciò che di più profondo la scienza può arrivare a comprendere, e come, nondimeno, la scienza sia il modo migliore per capire e fare arte.

Dunque con il titolo del nostro Canale vogliamo proprio invitarvi a scoprire, verificare e apprendere - seguendone la programmazione -  quanta scienza ci sia in ogni prodotto artistico: proprio quella che lo fa funzionare a perfezione. Ma scoprirete anche che per trovarla occorre imparare come e dove cercarla, adottando le prospettive analitiche giuste e conducendo l’indagine al giusto livello analitico. La «scienza segreta dell’arte narrativa» è fatta di tanti presupposti, di tante competenze che non sono riassumibili e collocabili in un solo ambito disciplinare settoriale. Tuttavia chi indaga l’arte e chi ne parla (in veste di storico, appassionato, erudito, esperto della materia) di solito non possiede nel suo bagaglio culturale tutti gli strumenti che occorrono per farla e per capirla. Di conseguenza finisce per non vedere ciò che c’è: ciò che gli artisti stessi rendono difficile scorgere dopo che hanno tolto le impalcature dal loro cantiere di progettazione, per presentare al pubblico e agli esperti il risultato sorprendente, affascinate, disarmante del loro lavoro, che resta perciò inspiegabile a chi non dispone degli occhiali adatti per scoprire e apprezzare i meccanismi e le soluzioni straordinarie della narrazione artistica.

Eppure tutti sappiamo che ci sono calcoli e progetti alla base delle costruzioni meravigliose e affascinanti che con le loro architetture ci sfidano a immaginare la loro costruzione e le regole che le fanno funzionare. Ma tutti - a partire dagli esperti - preferiamo dirci e dire ai nostri allievi che si tratta di opere del “genio”, come se si trattasse di costruzioni realizzate da un’altra specie umana o, perché no, da una specie aliena. Se c’è dunque una complicità nel mantenere celato «il segreto di Pulcinella», è anche perché da un lato gli artisti non hanno interesse a rivelarlo, e da un altro i fruitori e gli studiosi non saprebbero come indagarlo e tantomeno spiegarlo. Ma questo non vuol dire che il segreto non ci sia o che non valga la pena rivelarlo.

Sappiamo bene quante resistenze incontreremo e quanti pregiudizi dovremo affrontare nell’intraprendere questa impresa, che non vogliamo chiamare «divulgativa» (per le tante ragioni per cui combattiamo la divulgazione o ciò che con questa parola si intende oggi, illudendo di avvicinare il pubblico alla conoscenza mentre lo si allontana), ma piuttosto «educativa», «informativa» e «propedeutica» allo studio rigoroso dell’arte narrativa. Non è la prima volta che affrontiamo queste difficoltà. Lo facciamo da più di quaranta anni e lo facciamo nei luoghi dove i pregiudizi sono più radicati, ma non per polemizzare, bensì per dare, soprattutto alle nuove generazioni, una possibilità per non finire, nella loro vita, esclusi dai territori dell’arte e della scienza, a sognare di possibilità a loro precluse e di mestieri a loro resi inaccessibili.

La nostra non è un’attività basata sul sensazionalismo e sullo scandalo. Non troverete affermazioni da mass media come “finalmente rivelato il segreto dell’arte!”. Il nostro è il lavoro che fanno gli scienziati quando operano in un campo di ricerca dove ogni tassello è importante, ogni passo rivela un poco di più di un terreno da troppo tempo non frequentato da chi pure dovrebbe considerarsi erede della tradizione umanistica.

Quello che scoprirete, frequentando il nostro Canale, è che ogni artista vero è più scienziato di quanto vi aspettereste, e che il suo lavoro è molto meno sconvolgente rispetto ai risultati che ottiene, ma è fatto di studio assiduo continuativo e consapevole, di passi falsi e parziali successi, proprio come imparerete voi stessi a fare addentrandovi nella complessità dei loro progetti e scoprendo i vostri limiti, la fatica di apprendere, di ipotizzare e di ricercare. Ma la soddisfazione che ricaverete sarà simile a quella che ricava ogni scienziato e artista quando, dopo anni di studi lenti e tutt’altro che lineari, giunge a un risultato sodisfacente che può mostrare con orgoglio al suo pubblico; quel pubblico di tutto il mondo e di tutti i tempi che non smetterà di amare un nuovo capolavoro anche dopo l’evento della sua presentazione/pubblicazione, ma continuerà a goderne e ad esserne ispirato sia nella vita che nella propria esperienza artistica.

Molte sono le ragioni che ci spingono a investire in questo Canale; tra queste certamente il desiderio di contribuire a ridare dignità agli Studi Umanistici, quello di invitare le nuove generazioni a non trascurarli, e quello di incoraggiare chi li ha abbandonati a riprenderli.

Ma il lavoro che c’è da fare è lungo e in salita, dopo decenni sia di distruzione che di denigrazione di questi studi, persino assimilandoli, di recente, a una sorta di apologia del colonialismo.

Al momento chi si prepara per capire «come» studiare e fare arte deve agire in segretezza e clandestinità, accettando di recitare la parte del mago e del predestinato per non attirare l’attenzione su di sé e non far dubitare nel «credo» che “artisti si nasce” e che “l’arte è un dono” magico, le cui conseguenze sono la venerazione e l’invidia per i “geni” che lo possiedono, e l’accettazione della propria condanna allo stato immodificabile di imitatori, critici, adulatori.

Oggi anche coloro che riconoscono nei capolavori narrativi qualità non comunemente presenti nei prodotti della cultura di massa, non sono disposti a pensare che esse siano frutto di una progettazione, di uno studio che richiede, agli artisti, una preparazione scientifica adeguata. Anche e soprattutto nell’era digitale gli artisti sono considerati dei maghi, di cui si ignorano i loro studi, la loro preparazione enciclopedica, la loro formazione umanistica, ma si è certi che ricevano ispirazioni da un inconscio insondabile o da benedizioni divine. E loro stessi, per godere dei privilegi che oggi vengono attribuiti più facilmente che in passato (mantenimento a vita, pre-finanziamento dei progetti), finiscono per alimentare questa interpretazione magica dell’arte. D’altro canto i mercanti-critici che si vantano di essere in grado di scoprire i “talenti naturali” (per non dire magici), e di essere i soli a poter decriptare le loro magie per poter fornire al pubblico ingenuo interpretazioni corrette di ciò che gli artisti in trance hanno fatto inconsapevolmente, sostengono a loro volta questa visione, entro la quale si ritagliano un ruolo, accanto o persino al di sopra degli artisti stessi: se l’artista ha poteri magici, il critico-mercante è il suo «medium».

Noi che da decenni studiamo l’attività progettuale dei grandi artisti, ne conosciamo gli archivi, le carte segrete che essi stessi a volte occultano (se non distruggono) per non svelare il progetto scientifico da cui nasce l’«illusione magica» e da cui ricevono (come veri e propri «illusionisti») il «prestigio», abbiamo deciso di rivelare, non i loro «trucchi» - perché non si tratta di trucchi - ma quel lavoro «implicito» (non «inconsapevole») da cui nasce con tanta fatica ogni capolavoro artistico. Con il nostro «Canale» - e attraverso gli altri «Ambienti di Studio» a iscrizione, dove potrete coltivare con continuità una nuova passione che speriamo di trasmettervi con il nostro esempio - ci adopereremo per demistificare l’alone magico creato intorno all’arte; quell’alone, composto di luoghi comuni e pregiudizi, che separa e allontana l’interesse per l’arte - pur sempre vivo - dagli studi propriamente scientifici, i quali dovrebbero piuttosto accompagnarlo e sostenerlo, preparando adeguatamente tanto i nuovi potenziali autori quanto il loro pubblico. Noi cercheremo, nell’era digitale, di ricreare un rapporto non mediato tra chi fa arte e chi la fruisce, supportando in ogni modo la passione di chiunque voglia studiarla per imparare a farla, non per chiacchierarne, per dare opinioni, per alimentare leggende e aneddoti da salotto.

Semplicemente mostrando le carte, la documentazione delle attività progettuali, le biblioteche ideali, e ridando voce agli artisti stessi, non di rado studiosi e seri divulgatori della loro stessa arte, vi faremo entrare nei laboratori di ricerca e ideazione dei grandi artisti. Ma soprattutto vi faremo entrare nei loro capolavori; non ci gireremo intorno, non vi parleremo di “cosa c’è dietro” (speculazioni dietrologiche, biografiche e psicologiche per giustificare interpretazioni riduttive e ideologiche), non vi parleremo di cosa è passato o passa nella testa di chi ha letto o visionato quei capolavori, di chi li ha diversamente interpretati e valutati. Vi daremo modo, invece, di scoprire quali ragionamenti ha fatto ognuno di quegli straordinari autori per elaborare le soluzioni che vi fanno commuovere, sorridere e appassionare ai loro racconti; e lo faremo esaminando «come sono fatti» i loro capolavori, esplicitando le soluzioni in essi racchiuse, e risalendo ai «principi universali» (le «regole implicite del gioco») da loro efficacemente utilizzati per elaborare quelle soluzioni e realizzare quelle meravigliose «illusioni».

In altri termini tratteremo ogni opera d’arte come una partita a scacchi, come un labirinto narrativo, come un reticolo di conflitti morali e di soluzioni metodologiche elaborate dagli autori per rappresentare l’intreccio delle storie dei loro personaggi; come un sistema polidimensionale in cui, per ogni soluzione costruita sul piano narrativo, si possa trovare un’adeguata corrispondente soluzione sul piano espressivo, e in cui i diversi piani siano esaminabili nella loro distinzione e nella loro complementarità.

Questa attività di studio analitico «multiplanare» e «poliprospettico», con cui rendiamo esplicite e confrontabili le strategie elaborate da autori che si sono preparati alle loro imprese in anni di studi, richiede la necessaria preparazione anche da parte vostra. E noi abbiamo deciso di insegnarvene sia i presupposti e le fondamenta (attraverso il Canale) sia il metodo (negli altri Ambienti di Studio). Proprio a partire da questo Ambiente, aperto a tutti, noi inizieremo a guidarvi passo passo nella scoperta e nell’acquisizione di ciò che vi occorre per avvicinarvi alla «complessità» di quelle opere e ai complessi ragionamenti compiuti dagli autori. Tuttavia, per portarvi a capire come ragiona in modo logico, propriamente scientifico, un vero artista, non vi metteremo di fronte alla montagna - costituita dal capolavoro artistico - che richiede un’adeguata e non comune preparazione per scalarla, ma vi faremo compiere piccole scalate, poco alla volta, senza ridurre la montagna a una collina, ma «riconducendo» (non «riducendo») la montagna a una serie di scalini che imparerete a salire senza sentirne troppo e tutta insieme la fatica.

Scoprirete così quanti «presupposti» vi mancano, quanti «correlati» ogni opera istituisce al suo interno e all’esterno in base alle «soluzioni» con cui è composta, e quindi vi verrà voglia di esplorare il labirinto delle correlazioni mentre indagherete e imparerete e a indagare, insieme a noi, quella particolare scena del crimine, quella costruzione perfetta e affascinante che è rappresentata da un prodotto artistico finito, dopo che sono state tolte le impalcature che potrebbero rivelarne l’architettura.

Imparerete anche a riconoscere le «varianti implicite», oltre quelle esplicite (rivelate dai nomi) che ogni opera d’arte, quando diventa un «archetipo», ispira e indirettamente produce. Imparerete a riconoscere così le «parentele» vere, ancorché non immediatamente percepibili, tra opere distanti nello spazio e nel tempo, le collaborazioni a distanza tra autori, le affinità nel modo di concepire la narrazione e la composizione, e i progetti condivisi.

Ma anzitutto, in questo Ambiente di Studio basilare, imparerete a riconoscere un capolavoro artistico e a distinguerlo da uno di quei tanti successi stagionali che vi vengono proposti per il vostro intrattenimento, che non vi fanno crescere ma vi fanno perdere tempo convincendovi che il tempo vada necessariamente “ammazzato”, anziché investito bene per la vostra crescita e per quella dei vostri cari.

Non escludiamo neppure che questo spazio possa contribuire a favorire delle vere e proprie vocazioni artistiche, convincendovi che l’arte narrativa sia ancora il mestiere più bello al mondo, nonostante non sia quasi più praticato nel mondo contemporaneo.

E per chi ancora voglia apprendere e praticare questo mestiere, la scienza - intesa come «metodo» - è uno strumento indispensabile ed ineliminabile, una condizione necessaria per creare prodotti che possano ottenere quello statuto di «immortalità» e di «universalità» che molti ritengono irraggiungibile, dal momento che, loro, non sanno fare altro che cose di valore attuale e stagionale. Inoltre, dato il cinismo e l'egoismo imperanti, per molti oggi è considerata una stupidità investire su opere che avranno successo ma solo con il tempo, che renderanno immortali coloro che le hanno realizzate ma solo dopo che saranno morti e non potranno godersi i frutti economici del loro lavoro. Chi mai oggi investirebbe in opere che non procurino quei successi commerciali immediati ed effimeri che consentono di vivere in lussi smodati finché si è vivi, per poi diventare - nel migliore dei casi - un fenomeno di moda da ricordare solo nei revival e nelle commemorazioni storiche?

Tanti in questi anni ci hanno tormentato cercando di convincerci - peraltro con argomentazioni infantili e pregiudizievoli - che sia impossibile «insegnare l’arte narrativa». Al contempo continuano a fiorire Scuole e pubblicazioni che offrono ricette e tecniche per alimentare l’illusione che in molti casi si possa diventare artisti con un semplice aiutino, stimolando e facendo emergere il «talento nascosto» - solo in alcuni di noi - e invitando a confidare di essere tra i predestinati che devono solo cercarlo, celato da qualche parte «innato» dentro di loro.

In questo modo chi non è riuscito a ottenere uno di quei successi «inspiegabili» in cui si confondono operazioni di marketing con rare e improbabili creazioni artistiche, può mettersi l’anima in pace rassegnandosi ad essere un «non unto dal Signore», non predestinato alla carriera artistica. Ma può sempre trasformarsi in un «talent scout» o in un buon «collezionista d’arte», e a tale scopo può farsi consigliare dagli «esperti» - solo di nome - i quali hanno sempre pronto un nuovo «artista» da vendergli, perché, con l’aiuto della cultura di massa e con il mercato-truffa del «contemporaneo», possono lanciare, ad ogni «stagione» - proprio come fa la moda - un nuovo «talento», emergente magicamente dal nulla.

Questa visione dell’arte, tutt’altro che ingenua - ma diremmo piuttosto esclusiva, discriminatoria e truffaldina - se da un lato premia chi ha ricevuto l’investitura, dall’altro non offre possibilità a chi potrebbe, sin dall’educazione scolare, ricevere gli stimoli giusti per coltivare non quella «creatività spontaneistica» che ottunde la mente, ma quell’attività «elaborativa» che unisce la scienza alla narrazione e alla composizione; un’attività che, se ben condotta, potrebbe come minimo ricreare quel tessuto sociale e culturale in cui l’arte davvero rifiorirebbe, cioè una base sia di utenti preparati ad apprezzarla sia di tanti collaboratori, bravi artigiani e artisti di bottega, che magari non eccellerebbero individualmente ma che potrebbero contribuire alla realizzazione di nuovi capolavori.

In una situazione come quella attuale, in cui il pubblico e gli autori sono entrambi impreparati, coloro che dovrebbero favorire la nascita di nuovi artisti e aiutarli ad affermarsi sono per lo più imbonitori a loro volta impreparati, che sfruttano il degrado culturale  per smerciare succedanei spacciandoli per arte, o per vendere l’illusione di poter capire, senza adeguata preparazione, opere complessissime che continuano ad affascinare anche il pubblico più ingenuo per la loro bellezza.

È proprio in questa situazione - e per questa situazione - che abbiamo deciso non solo di creare diversi Ambienti di Studio adatti a soddisfare le vostre ambizioni frustrate sia come lettori che come autori, ma anche di crearne due particolari, il Magazine e questo Canale, in cui possiate trovare o ritrovare la voglia di indagare, esplorare e studiare per capire e per crescere, per arrivare, con lo studio, ad apprezzare pienamente quei capolavori immortali. Non avete bisogno di menzogne o di rassicurazioni per rendervi conto da soli quanto le opere «d’arte» superino in bellezza qualunque prodotto «di moda»; così come vi rendete conto che esse contengono «segreti» per voi ancora inaccessibili ma che vi stimolano a indagare per capire come esse facciano ad essere - nonostante tutti gli ostacoli che incontrano - sempre universali e immortali.

Non vogliamo promettervi - come fanno i professionisti della divulgazione massmediologica - di farvi capire in una sola lezione quello che gli autori di quelle opere hanno creato in anni di studio analitico e progettuale, ma vogliamo mostrarvi come ogni passo che farete insieme a noi vi permetterà di svelare qualcosa che prima vi appariva inspiegabile.

Vi è una grande differenza tra non sapere «come si fanno le cose che comunque si fanno», e non parlare di ciò che si sa fare e si sa come farlo. Gli artisti di ogni tempo e luogo hanno appreso conoscenze e competenze straordinarie che li hanno resi capaci di fare quello che nessuno, con il solo linguaggio comune e senza aver attivato ed allenato la memoria elaborativa, può fare e capire … ma tuttavia può ammirare e invidiare, come fa la volpe con l’uva.

Pochi artisti, tuttavia, hanno deciso di spendere tempo durante la loro vita anche per narrare anche come hanno fatto i capolavori che li hanno resi famosi. Pochi hanno percorso la strada dell’esplicitazione - metanarrativa e didattica - delle soluzioni da loro stessi elaborate per narrare,  dal momento che sapevano di rischiare, così, di essere ridimensionati a persone «normali» senza l’aura del «genio». Anche i pochi veri artisti sopravvissuti alla cultura di massa o formatisi prima di o nonostante quella, e senza aiuti istituzionali, sanno, dal secolo scorso, che se vogliono essere riconosciuti e idolatrati come dei «geni» devono recitarne la parte, diventando complici dei media, sempre pronti a creare e alimentare leggende intorno a loro. Devono apparire incomprensibili anche a se stessi, ispirati ma inconsapevoli, per lasciare ai critici, ai loro esegeti, biografi ed esperti, il ruolo e i vantaggi che spettano a chi è vicino al genio e sa decifrarne i comportamenti. Il gioco delle parti richiede che la loro scienza rimanga implicita.

Ma non è necessario essere Sherlock Holmes per capire che, se anche la scienza degli artisti rimane «implicita» e racchiusa nei risultati del loro lavoro, questo non implica che essi siano «inconsapevoli» di ciò che fanno. Pensate davvero che si possa fare scienza inconsapevolmente? Anche supponendo che ciò che fa un artista, quando crea un capolavoro, non sia scienza, persino il dottor Watson senza l’aiuto di Sherlock Holmes potrebbe accettare che per caso una volta sia stata creata una cosa perfetta. Ma quando si è in grado di crearne spesso e tante, allora non può più trattarsi di un caso. E a quella perfezione così diffusa nell’intera opera di un grande autore non si può di certo giungere agendo per caso.

La domanda che si dovrebbe fare un serio studioso non è se i veri artisti (non quelli inventati dai mercanti senza scrupoli) siano consapevoli di ciò che fanno, ma piuttosto se anche gli spettatori siano consapevoli delle qualità di ciò che ammirano. Un’altra domanda interessante è se l’artista faccia bene a rendere esplicito i suo sapere e il suo progetto, a condividere ciò che sa fare con i suoi allievi e collaboratori, a creare Botteghe dove possa insegnare la sua «scienza segreta» a tanti apprendisti, alcuni dei quali, quelli che decidano di investire più tempo ed energie nel seguire il maestro quotidianamente, possano venire premiati ereditandone le capacità per l’’unica via possibile, lo studio.

Nel nostro Paese, dove l’arte per secoli ci ha reso grandi e invidiati nel mondo, e dove ora ci accontentiamo della Moda e dei Marchi che derivano da essa per venderli a chi vuole griffare la propria spazzatura, oggi siamo orfani non solo dei grandi artisti ma persino dei loro eredi, che non ci sono più stati perché (giustamente, egoisticamente, miopemente?) gli artisti del secolo scorso, già ridotti al lumicino, hanno preferito creare un’opera in più piuttosto che dedicare tempo a formare nuove generazioni di artisti; hanno preferito essere celebrarti come «geni unici» senza maestri e senza allievi, finendo peraltro in molti casi a elemosinare aiuti in un mondo già mutato, interessato non più a investire nella loro opera, ma piuttosto a vendere i successi commerciali di fenomeni stagionali eletti furbescamente come eredi di quei maestri, a loro insaputa.

“C’è da tornare a seminare”, direbbe Chance Giardiniere, il protagonista di Oltre il giardino lui sì inconsapevole, ma con quel «buon senso» che persino i «semplici» talvolta possiedono. E sempre Chance Giardiniere aggiungerebbe che “non è ancora tempo di raccogliere”, perché semplicemente da troppo tempo mancano gli artisti, quei maestri che potrebbero insegnare a nuove generazioni di potenziali artisti; e queste, non avendo padri da cui apprendere l’arte, si sono già rivolte ai colleghi che ce l’hanno fatta, ad avere successo. Così le nuove generazioni di pseudoartisti finiscono per trarre ispirazione da quei fantocci creati dal mercato per illudere il pubblico che, se uno di loro è diventato un fenomeno mediatico, allora anche altri potranno farcela, senza studiare, senza prepararsi, ma imitando il loro idolo, cioè comperando tutto quello che verrà promosso da lui, finché non verrà rimpiazzato quando comincerà a credersi insostituibile.

Per realizzare il nostro Progetto di educazione all’arte narrativa abbiamo dovuto riportare in vita gli artisti veri, quelli che da tempo non fanno più sentire la loro voce perché sono morti e perché i loro capolavori non trovano posto nel mercato della cultura di massa. E lo abbiamo fatto nell’unico modo in cui si possono consultare questi «oracoli», cioè studiando i loro progetti e insegnando, ai nuovi aspiranti artisti e amanti dell’arte, «come» si fa a creare un oggetto perfetto, «come» si fa a farlo funzionare imparando a sottrarre - il più possibile - il caso alla sua costruzione, «come» si fa a elaborare nuove soluzioni ricavando insegnamenti metodologici dalle «grandi partite giocate dai grandi maestri».

Questo Canale è il primo passo che voi stessi potete fare e aiutarci a fare in questa direzione. Noi il nostro passo per venirvi incontro lo abbiamo fatto realizzando il canale stesso, investendo in questo Ambiente che costituisce per noi una grande sottrazione di energie e risorse. Attraverso questo Canale vi aiuteremo a scoprire o riscoprire l’arte narrativa. Voi potrete aiutarci in questa impresa non solo parlando con altri della vostra stessa esperienza di fruitori del Canale, ma anche decidendo a quale delle nostre Offerte iscrivervi una volta che avrete compreso ciò che potete ricavarne. È su di voi - oltre che su di noi - che contiamo affinché questa nostra impresa non finisca in modo donchisciottesco ma diventi un punto di riferimento per chiunque voglia studiare l’arte narrativa, per poterne apprezzare i capolavori, per insegnare ai propri ragazzi come funziona la narrazione artistica, o per imparare a fare lui stesso arte.